Rotary Club Galla Placidia: Una serata con Enrico Bernini Carri sul tema delle pandemie e di quanto si cerca di fare per contrastarle
Il Rotary Club Galla Placidia Ravenna, nella serata del 31 ottobre scorso, ha avuto come ospite il generale medico ris. dell’Esercito italiano Enrico Bernini Carri, che attualmente è presidente di MEDIS (la Scuola Internazionale di Medicina delle Emergenze e dei Disastri) nonché dirigente medico dei Vigili del fuoco all’Accademia militare di Modena. Precedentemente è stato Presidente del CEMEC (European Center for Disaster and Emergency Medicine) nel Consiglio d’Europa.
L’incontro, organizzato presso il Grand Hotel Mattei di Ravenna, è stato introdotto da Oriella Mingozzi, presidente del Rotary Galla Placidia, che ha presentato al pubblico l’illustre relatore, e le sue esperienze di medico, maturate in campo nazionale ed internazionale (per incarichi ricoperti in seno alla NATO). Ha inoltre all’attivo docenze universitarie, numerose pubblicazioni e maturato una vera e propria competenza in Medicina delle catastrofi.
Il tema trattato era di grande attualità: L’Era delle pandemie. Le pandemie e l’uomo: una eterna battaglia.
Il relatore ha affrontato l’argomento parlando con linguaggio chiaro e preciso e cercando di spiegare la differenza esistente fra i virus e i batteri e soffermandosi sull’importanza delle scoperte scientifiche (come ad esempio quella del microscopio negli anni Trenta del secolo scorso) che hanno favorito le conoscenze e gli approfondimenti sulla materia.
Del resto proprio nel 1931 si individuarono micro-organismi che non erano dei batteri, ma dei virus, che non hanno una vera e propria autonoma capacità di vita, vivono avvolti da proteine, ma se ne conta un numero incredibilmente elevato, molti dei quali sono patogeni.
Bernini Carri ha trattato l’argomento in chiave storica, partendo dal virus che ha ucciso un numero incredibilmente elevato di persone: la “spagnola”, subito dopo la prima guerra mondiale. Si parlò di 50/100 milioni di morti. Secondo il relatore il virus nacque in Cina (sembra sempre nella piana di Wuhan, quella stessa dalla quale nel 2019 sarebbe partito il Covid) per poi diffondersi negli Usa e successivamente contaminare gli europei. Quell’influenza venne chiamata “spagnola” perché la sua esistenza fu riportata dapprima soltanto dai giornali spagnoli. Allora il virus decimò soprattutto i giovani ed ebbe una forte carica virale. Le misure che dovevano essere adottate per proteggersi erano molto simili a quelle odierne: mascherine e in generale sistemi di protezione.
Oggi certamente abbiamo più informazioni in ordine ai virus, ma molte cose ci sono ancora sconosciute. Il virus colpisce in misura diversa il fisico e non tutti reagiscono alla stessa maniera. Basti pensare agli effetti che ad esempio si sono prodotti con il c.d. “Long-Covid”: senso di spossatezza continuo, perdita della memoria, debolezza, ecc. soprattutto su persone più anziane.
I virus rappresentano una sorta di “livellatori della vita” e appaiono sempre più forti di fronte ad una popolazione mondiale che tende ad incrementarsi: secondo il relatore, difficilmente riusciremo a debellarli completamente.
Le pandemie hanno da sempre avuto un drammatico impatto sociale ed economico, oltreché di vittime, pertanto anche in futuro si dovrà far fronte alla convivenza tra l’uomo e il virus in una continua sfida, che cercheremo di combattere con l’aiuto della scienza ed i suoi progressi.
Allegato. Una foto della serata
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.